“Bisogna immaginare un futuro florido e grande per la Sicilia del vino, crederci e avere cura della terra generosa per dare vita al sogno, perfezionandolo sempre più” Paolo Pellegrino
Un ritmo operoso scandisce la vita di una terra e dei suoi uomini, elevando nobiltà d’animo e perpetuando antiche tradizioni contadine. È il ritmo che ravviva le ore, i giorni, i mesi e gli anni a Marsala, nel lembo occidentale dell’isola, teatro di storie di contadini, donne e uomini, immersi nel laborioso lavoro della terra.
Oggi come in passato, la famiglia Pellegrino, giunta alla sesta generazione, guida il sogno imprenditoriale iniziato nel 1880. Le calde giornate marsalesi regalano la loro fascinosa bellezza. Si assaporano i cambiamenti benefici del lavoro svolto nel territorio, mentre filari di vigne curate si stendono tra le più belle tenute agricole della zona.
Grande per dimensioni, per il numero delle risorse umane aziendali, per l’esperienza maturata lungo oltre centotrent’anni: un viaggio nel tempo in cui è riuscita a tessere la trama di una storia, quella del vino, diretta alla valorizzazione del territorio siciliano, allargando il progetto produttivo fino a comprendere vini bianchi e rossi, moscati e passiti di Pantelleria e marsala.
La famiglia Pellegrino ha individuato le zone più vocate alla coltivazione di vitigni autoctoni, scegliendo quali produrre nelle singole tenute, distribuite nelle campagne tra Marsala e Trapani. E ha eletto Pantelleria a isola del cuore, investendovi per la produzione di vini pregiati. Oggi la Pellegrino è annoverata tra le cantine che hanno segnato la storia dell’enologia siciliana moderna e i suoi vini sono riconosciuti come espressione di un terroir unico.
Vini che declinano l’essenza della terra da cui hanno origine e che regalano la profonda ed intrigante complessità di una terra mutevole e fertile.
Nella lunga storia della Pellegrino, la trama del vino si interseca con quella dell’impegno sociale. Un legame profondo con la terra d’origine che si esprime nelle attività imprenditoriali, nate e sviluppate non solo per la valorizzazione del vino, ma anche per quella delle risorse agricole e naturali che lo caratterizzano.
“Chi ha ereditato o creato un patrimonio porta con sé la responsabilità sociale di come utilizzarlo anche verso i bisogni del territorio, con l’obbligo di gestirlo in modo imprenditoriale”, è il pensiero ispiratore alla base delle scelte della famiglia. Da qui la volontà di dedicarsi a produzioni tutte tese alla valorizzazione e alla tutela della bellezza paesaggistica del territorio. Così per la produzione di energia alternativa, mettendo a frutto la forza del vento che soffia costante sul territorio trapanese.
Ci sono poi gli uliveti centenari, coltivati insieme ai frutteti, ai cereali e agli ortaggi nelle tenute di famiglia al fianco dei vigneti; produzioni agricole condotte secondo i dettami del biologico certificato, con il metodo della rotazione agraria, così da seguire il ciclo delle stagioni e arricchire il suolo di preziosi elementi nutritivi. Infine le saline, con i loro mulini a vento, per la produzione di sale marino integrale, oro bianco tra i migliori al mondo, di cui è famoso il lembo occidentale dell’isola.
È così che la famiglia, di generazione in generazione, è diventata sentinella e custode della propria terra, da cui trae i migliori frutti.
Accanto alle scelte che mirano alla tutela del territorio, ci sono l’arte e la cultura, immenso patrimonio ereditato dall’isola, da custodire e tramandare. Ne conseguono la salvaguardia e la custodia di preziose collezioni di attrezzi agricoli e di carretti siciliani ottocenteschi che diventano esposizioni permanenti tra le suggestive botti della cantina storica.
L’archivio Ingham Whitaker, con centodieci volumi che testimoniano la nascita del marsala, documentata da contratti commerciali. I resti dell’antica civiltà punica, che circondano le cantine storiche, diventano invece il simbolo di un passato nobile e glorioso. Così come il calco di una nave punica da guerra, donato da un’archeologa inglese alla famiglia Pellegrino per averne finanziato il recupero.
Tutte prove del legame d’amore con Marsala, oltre il vino, come anche il finanziamento delle opere di restauro della Chiesa Madre della città. E poi ci sono le isole, territori fragili, da tutelare. Particolarmente amata, difesa e sostenuta è Pantelleria, isola in cui la Pellegrino produce pregiati nettari. Approdatavi nel 1992, da allora non ha mai sciolto quel legame d’amore profondo che continua a mettere radici. Qui la cantina è la prima realtà produttiva di vino da uve zibibbo, provenienti da vigneti di viticoltori locali, che in tal modo vedono sostenuto il loro faticoso lavoro, frutto di un antico sapere, la coltivazione dell’alberello, riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Vicina all’isola, difficile da coltivare ma generosa e di rara bellezza, la famiglia si è mossa in sua difesa con l’iniziativa “Insieme per Pantelleria”, per ripristinare il prezioso ecosistema pantesco compromesso da terribili incendi, attraverso la creazione di un vivaio volto alla riproduzione delle specie endemiche andate distrutte.
Anche le Isole Egadi, piccolo arcipelago che guarda la costa trapanese, verdeggiano oggi grazie al sostegno della Pellegrino, che ha arricchito la macchia mediterranea con circa un milione di piante tra pini d’Aleppo, eucaliptus e cipressi, rimboschendo oltre mille ettari di terra. Piccole e grandi azioni che sono la testimonianza di un amore profondo tra la famiglia Pellegrino e le terre in cui produce.