La cantina di Luigi Tecce si trova in contrada Trinità a Paternopoli, nella zona DOCG del Taurasi. I suoi vini sono dei capolavori creati grazie alla sperimentazione continua e alla dedica in anima e corpo alla cura delle piante e alla selezione delle uve.
Luigi rappresenta la quarta generazione di una famiglia di viticoltori, ma non segue subito la tradizione familiare ed inizia la carriera di fantino; non per nulla dedica l’Aglianico imbottigliato nel 2001 a Varenne, il grande trottatore, che in quell’anno ha conseguito i suoi massimi trionfi.
Oggi i vecchi vigneti di famiglia sono frazionati in piccoli appezzamenti a Paternopoli, uno dei territori del Taurasi più espressivi, non solo grazie all’altitudine compresa tra i 500 e i 600 metri, ma anche in virtù dell’esposizione a sud, che permette un’ottima maturazione delle uve.
La sua vendemmia dura sempre molto più di quella degli altri viticoltori della zona, poiché raccoglie i grappoli uno ad uno, man mano che giungono ad una maturazione perfetta. I suoi due vini, l’Aglianico “Satyricon” e il Taurasi “Poliphemo”, sono due perle che brillano di luce intensissima nel panorama dei vini dell’Irpinia, e nei loro nomi racchiudono l’anima poetica e letteraria di Luigi.
Luigi Tecce non è abituato a seguire gli schemi e mette nel suo vino poesia e colore. I vini di Tecce hanno grande energia e spessore e sono vini che si esaltano perfettamente in accompagnamento con dei piatti, mai da soli.
Luigi Tecce rifiuta l’utilizzo di qualsiasi tecnologia e utilizza pochi strumenti enologici: ne risultano quindi vini che evolvono notevolmente nel tempo. No lieviti selezionati, no disacidifica, no chiarifica, no filtrazione, no tannini aggiunti, no chimica.
La sua astuzia, se si desidera estendere la metafora di Odisseo, proviene dalla selezione dei vigneti.