Ogni vino racconta sempre storie di persone, il loro modo di essere, i loro valori, le loro esperienze e la sensibilità che esse sono capaci di esprimere.
L’Azienda Aia delle Monache Società Agricola a r.l. nasce dalla passione dei fratelli Verzillo, che oggi conducono 2,5 ha di terreno con i vitigni autoctoni casertani Pallagrello Bianco, Pallagrello Nero e Casavecchia, che guardano da un lato, verso nord, il massiccio del Matese e dall’altro, verso sud-est, il monte Taburno e il Sannio. A cui si aggiunge una vigna di Asprino di Aversa.
I due fratelli non sono figli d'arte, non sono vignaioli, uno è commercialista e l’altro è consulente finanziario: due fratelli che per passione iniziano a fare vino con una ‘viticoltura bio e sostenibile’.
In vigna e in cantina sono utilizzate pratiche rispettose dell’ambiente, del consumatore e della tradizione. Vigneti certificati biologici.
La raccolta avviene manualmente in cassette da 15 kg, scegliendo solo i grappoli sani e maturi; le uve, opportunamente selezionate, vengono quindi lavorate facendo sì che in cantina tutto si svolga nel modo più naturale possibile.
Le vigne di Castel Campagnano attraversano primi strati di suolo sabbioso/argilloso mediamente pesante, oggi sono arrivate a poggiare le proprie radici sulle arenarie di Caiazzo. Guardano da un lato, verso nord, il massiccio del Matese e dall’altro, verso sud-est, il monte Taburno e il Sannio. La strada che conduce al Convento degli Angeli segna il confine tra la vigna di Ruviano, a 280 m s.l.m. esposta a nord e coltivata a Pallagrello Bianco, e quella di Castel Campagnano, a 260 m s.l.m. esposta a sud-est e coltivata con tutte le tre varietà di uve.
Le vigne sono tutte a spalliera con una densità media di 5.000 ceppi ad ettaro ed allevate a Guyot.
Si è recentemente aggiunta la vigna di Casaluce, un ettaro e mezzo di Asprino di Aversa impiantato con il sistema di alberate aversane, realizzate con le tipiche viti maritate.