La storia di Leonardo Mustilli è intrecciata a doppio filo con l’evoluzione della viticoltura del Sannio. Papà della Falanghina, insieme a un gruppo di pionieri che nella seconda metà degli anni Settanta scelsero di scommettere su un vitigno all’epoca destinato principalmente alla distilleria, Mustilli seppe ripensare l’azienda di famiglia sul lancio commerciale della Falanghina, puntando su etichette monovitigno che valorizzassero le peculiarità dell’uva autoctona.
A Sant’Agata de’ Goti, nel quartier generale di Palazzo Rainone (oggi trasformato in luogo d’ospitalità, con wine bar nelle antiche cantine in tufo), la famiglia di Leonardo era arrivata dalla Costiera Amalfitana, discendente da nobile stirpe. E alla promozione della Falanghina (protagonista del libro edito nel 2004), come del territorio del Sannio, ha dedicato tutta la vita, sostenuto da sua moglie Marilì e dalle figlie Paola e Anna Chiara, che oggi guidano l’azienda. Nel 1992, inoltre, fu il primo a scommettere sul Movimento Turismo in Campania, sostenendo l’iniziativa Cantine Aperte.