“Abruzzo forte e gentile”, così Primo Levi definì questa terra nei suoi “appunti di viaggio” dove la forza e la gentilezza si riferiscono sia alle persone del luogo che all’ambiente circostante. Il terreno permeabile e asciutto, il clima, la protezione dei venti freddi e umidi costituiscono l'habitat ideale per le vigne, dalla cui coltivazione si producono vini di eccellente qualità che ben si abbinano ai tradizionali piatti tipici del territorio.
Abitata sin dalla preistoria, la regione Abruzzo è stata sede di numerose popolazioni di stirpe italica e ha vissuto il dominio romano, longobardo, franco, normanno e aragonese. Nel tempo ha visto l'alternarsi di crisi, battaglie interne o esterne, cicli migratori e finalmente, nella seconda metà del novecento, un notevole sviluppo soprattutto lungo le fasce costiere.
Terra ricca di paesaggi naturali, percorsi d'arte, antiche città e borghi medievali arroccati su vette spettacolari. Si estende dal cuore dell’Appennino al mare Adriatico, su un territorio prevalentemente montuoso e selvaggio dove vivono una natura ricca di boschi e un grande numero di specie vegetali e faunistiche. L'Abruzzo ha anche una bellissima costa su cui si alternano calette e spiagge sabbiose tra i tipici “trabocchi”, testimonianze di un'antica attività di pesca.
Le radici contadine e pastorali della sua storia rivivono nella tradizione culinaria rimasta viva ed indipendente grazie anche all'isolamento che la regione ha vissuto per decenni: spaghetti alla chitarra, arrosticini di pecora, scrippelle 'mbusse sono solo alcuni esempi dell'antica tradizione abruzzese. Scendendo dai monti al mare, in circa 50 Km di paesaggio unico si incontrano coltivazioni di olivo e vite che degradano fin quasi sul mare.
La viticoltura in Abruzzo ha origini molto antiche, ma le prime testimonianze risalgono al VII secolo a.C., quando gli Etruschi diffusero la coltivazione della vite. I Romani continuarono ad espanderla e nei secoli successivi vide alternarsi periodi di distruzione a periodi di fioritura. Attualmente i vigneti abruzzesi ricoprono poco più di 37 mila ettari e negli ultimi anni la produzione dei vini rossi ha conosciuto una notevole crescita qualitativa.
L'area vitivinicola nella regione Abruzzo si concentra in particolar modo sulla collina litoranea e in alcune zone collinari dell'interno. Il clima favorevole alla viticoltura abruzzese è dato dalla presenza dei monti dell'Appennino abruzzese orientale che sorgono a poca distanza dal mare e segnano una netta barriera tra le aree interne e la fascia costiera proteggendo quest'ultima dall'aria umida del Tirreno. Il terreno permeabile e asciutto, il clima, la protezione dei venti freddi e umidi costituiscono l'habitat ideale per le vigne, dalla cui coltivazione si producono vini di eccellente qualità che ben si abbinano ai tradizionali piatti tipici del territorio.
Le principali zone di produzione sono:
Teramo
la provincia di Teramo che si estende tra le altitudini del Gran Sasso e le coste dell'Adriatico. Questa particolare conformazione del territorio favorisce l'instaurarsi di una buona ventilazione che unita all'ottima esposizione, alla natura calcarea-argillosa dei terreni e all'assenza di ristagno idrico garantiscono la produzione di vini rossi ben strutturati. Su queste terre il vitigno Montepulciano esprime al meglio le sue doti.
Anche il Pecorino e la Passerina, vitigni a bacca bianca tipici della provincia di Teramo, danno origine a vini freschi, dotati di ottima struttura e aromi. In alcuni comuni trovano spazio anche Merlot, Chardonnay, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, sotto la denominazione Controguerra;
Pescara
la provincia di Pescara, si trova sul mare Adriatico, in un territorio pianeggiante, nella zona litoranea che si espande anche sulle colline circostanti. I vigneti, esposti a regime di brezza e a forti escursioni termiche tra giorno e notte, producono vini di gran classe. Oggi è suddivisa nelle zone Terre dei Vestini e Terre di Casauria. Qui si produce il Trebbiano d'Abruzzo vino bianco complesso e strutturato, famoso in tutto il mondo;
L'Aquila
L'Aquila e la sua provincia è posizionata all’interno di una conca ad un’altezza di 721 metri ed è la terza città capoluogo italiana per altitudine. I vigneti di montagna risentono del clima continentale ed hanno una produzione più limitata. La Valle Peligna, culla del Montepulciano, dove sembra sia nato, è una conca situata ai piedi dei massicci della Majella e del Velino-Sirente. Sottozone della denominazione Montepulciano d'Abruzzo sono Terre dei Peligni, che producono vini eleganti, e Alto Tirino, che produce vini di ottimo livello grazie ad un mix di fattori positivi come l'esposizione soleggiata, le forti escursioni termiche ed un suolo calcareo-argilloso. Prodotto nella zona è anche il Cerasuolo;
Chieti
la provincia di Chieti si trova in una posizione geografica molto favorevole alla viticoltura grazie alla sua vicinanza con la riviera adriatica e i monti della Majella e del Gran Sasso. Infatti è la zona dell'Abruzzo in cui si ottiene l'80% di tutta la produzione vinicola regionale. In provincia di Chieti si estende la DOC Villamagna, vino rosso prodotto per il 95% da uve Montepulciano. Nella stessa provincia, sorgono le DOC Ortona, prodotta nella versione in bianco da uve Trebbiano e nella versione in rosso da Montepulciano, Terre Tollesi o Tullum, nelle versioni rosso, bianco o spumante. Negli ultimi anni si sta lavorando ad una valorizzazione dei vitigni tradizionali come Pecorino, Passerina e Cococciola, oltre a Merlot, Chardonnay e Pinot Grigio.
Tra i sistemi di coltivazione della vite praticati in Abruzzo prevale la forma a pergola abruzzese, un sistema antico recentemente rivalutato, e altre forme a Cordone speronato e GDC (Geneve Double Courtain).
Montepulciano
Il vitigno principe dell'Abruzzo è sicuramente il Montepulciano che trova in questa terra le condizioni ideali per esprimere le sue migliori qualità. Versatile e robusto viene coltivato in maniera ottimale nella valle Peligna, ma anche in tutte le province abruzzesi dando vita a versioni rosso, rosato, spumante e passito. L'origine del vitigno sembra essere derivante dalla Grecia come tutti gli altri vitigni a bacca nera coltivati nel Sud Italia. Uno dei primi estimatori del montepulciano che la storia ricordi fu il condottiero cartaginese Annibale che tenne sotto scacco Roma per molti anni e rinvigoriva uomini e cavalli con il vino prodotto nel territorio degli Aprutzi.
Le caratteristiche del Montepulciano sono inconfondibili: si presenta di un bel colore rosso intenso in età giovane, arrivando ad avere tonalità tendenti al mattone ed all’amaranto, se invecchiato oltre cinque anni. Al naso profumi molto intensi e pungenti con spiccati sentori di frutta rossa e spezie, il gusto pieno e strutturato. Oltre che essere prodotto in purezza, il Montepulciano viene usato per molti assemblaggi e viene usato per la produzione di diversi vini Doc e Docg come il Cerasuolo d'Abruzzo, vino rosato dal gusto fresco, con sentori di ciliegie, marasche e fragoline di bosco.
Trebbiano d'Abruzzo
Il Trebbiano d'Abruzzo è tra i bianchi più conosciuti e famosi dell’Italia centro-meridionale ed è prodotto nelle province di Chieti, Pescara, l’Aquila e Teramo. Giunto in Italia in tempi remoti era citato da Plinio il Vecchio come “vinum Trebulanum”.
In Abruzzo ha trovato le condizioni pedoclimatiche adatte per poter esprimere al meglio le proprie peculiarità ed è perciò la varietà a bacca bianca più diffusa nella regione. Predilige esposizioni collinari e terreni calcarei-argillosi. È un vitigno molto versatile che produce vini leggeri, di buona acidità e dal colore giallo chiaro intenso. I profumi sono fruttati e floreali e al palato presenta un retrogusto di mandorla amara.
In gioventù dona vini freschi, fruttati e di piacevole beva; al massimo della sua maturazione produce vini di alto grado alcolico, ma meno profumati. Coltivato con basse rese e con accurati processi di vinificazione, produce vini di grande personalità e carattere, che si distinguono per struttura, complessità e grande concentrazione aromatica.
Pecorino
Il Pecorino nasce dall’omonima uva a bacca bianca, originaria della zona del Medio Adriatico, tra le Marche e l’alto Abruzzo. La sua provenienza viene attribuita ai coloni greci e deve il nome alla pratica della pastorizia transumante tipica dell'Abruzzo. Sembra che le pecore, nei loro passaggi da una zona all'altra, prediligessero i chicchi di quest'uva dolcissima. Il Pecorino ama le zone collinari fresche e dalle forti escursioni termiche. Sulla costa, dai climi soleggiati, cresce rigogliosa e può dare alla luce vini freschi e solari, dalla forte sapidità e dal gusto ricco di sfumature mediterranee. Dà ottimi risultati anche se coltivato nell’entroterra in condizioni climatiche più rigide.
Passerina
La Passerina è un vitigno il cui nome deriva dal fatto che i passeri hanno una particolare predilezione per le sue uve, che hanno acini piccoli e una polpa particolarmente gustosa. È uno dei vitigni autoctoni riscoperti in tempi recenti e che in passato erano usati solo come complementari del trebbiano. Nel nord Abruzzo trova le sue migliori condizioni per la crescita grazie all'influsso del mare che lo rende sapido e piacevole al gusto. Dal vitigno Passerina si ottiene un vino di colore giallo paglierino con riflessi dorati dal profumo di albicocca, pera, pesca, erbe aromatiche ed agrumi. Si presta sia alla spumantizzazione che alla versione passito nella quale coniuga la dolce freschezza con sentori di frutta candita e agrumi. È prodotta nella denominazione Abruzzo DOC Passerina.
Montonico
Il Montonico è un vitigno dalla storia antichissima il cui vino fu ribattezzato dalle truppe napoleoniche come “le petit champagne” per il suo gusto armonico e fresco. Nei secoli si è adattato bene ai terreni del Gran Sasso e ad altitudini che possono superare anche i 500 mt d'altezza. In queste zone caratterizzate da climi freddi e terreni ciottolosi e calcarei ha sviluppato le sue peculiari caratteristiche che lo contraddistinguono da sempre. È un vitigno robusto, resistente alle malattie con acini grossi e polpa abbondante. Se ne ottiene un mosto di colore giallo paglierino, fresco e dai sentori floreali. Per molti anni è stato ampiamente diffuso in tutto l'Abruzzo, venduto anche come uva da tavola o passita. Oggi ha trovato il terroir d'elezione nei comuni di Bisenti e Cermignano e, negli ultimi decenni, grazie ad alcuni produttori bisentini, è ritornato a vivere sulle colline da cui era stato cancellato, arrivando a produrre uno spumante di qualità.
Cococciola
La Cococciola è una varietà autoctona a bacca bianca caratteristica della provincia di Chieti, in particolare dei comuni di Villamagna,Vacri, Ari e Rocca San Giovanni e di poche zone del Teramano. Le origini della Cococciola sono tuttora incerte, anche se da secoli fa parte del patrimonio ampelografico abruzzese. Viene conosciuta anche come cacciola o cocacciara.
È una varietà molto produttiva e non ha particolari esigenze di clima e terreno. È allevata con il sistema a pergola abruzzese e matura ad ottobre. Il suo utilizzo è principalmente in uvaggio con altri vitigni a bacca bianca, come il Trebbiano d'Abruzzo, per aumentarne l’acidità. Oggi viene vinificata anche in purezza, sia in versione ferma che spumantizzata e nel 2010 è stata istituita la tipologia Abruzzo Cococciola DOC.
Il vino ottenuto dalla sua vinificazione in purezza ha colore giallo paglierino con riflessi verdolini e e un odore delicato con note floreali e agrumate e lievi sentori erbacei. È un vino fresco, caratterizzato da una notevole acidità e da una piacevole sapidità. A causa della sua acidità la Cococciola è particolarmente adatta alla spumantizzazione, sia con metodo Charmat che con Metodo Classico.
Moscatello di Castiglione
Il Moscatello di Castiglione è una varietà autoctona abruzzese a bacca bianca, appartenente alla grande famiglia dei moscati, probabilmente il vitigno più antico d'Abruzzo. È coltivato soprattutto nel territorio del borgo di Castiglione, all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso, e Monti della Laga. Le uve venivano già citate dai Romani come Apicae (da Catone) o Apianae (da Columella e Plinio). Il suo nome deriva da muscum (muschio) a causa del suo profumo ed è considerato sicuramente un simbolo importante dell'identità di un territorio. Anche se ai primi del 1900 fu abbandonato a causa della fillossera e della forte emigrazione, il Moscatello è rimasto però conservato in piccolissimi appezzamenti, destinati al consumo familiare e in occasione della festa del patrono S. Biagio. Cresce bene in terreni declivi di natura argilloso-calcarea e con un clima estivo secco e ben ventilato. Il vino dal colore giallo dorato cristallino è ottenuto dall'appassimento delle uve ed ha caratteristiche particolari di profumi e sapori con sentori di pesca, fichi secchi e miele. È dolce e caratterizzato da una notevole mineralità e acidità.
Altri vitigni non autoctoni come il Merlot, Chardonnay, Cabernet Franc, e Sauvignon producono vini monovarietali sotto la denominazione Controguerra.