Un’intera famiglia e una passione in comune: l’amore per il vino e per la propria terra. È questa la sintesi migliore per la storia dell’azienda agricola Telaro, nata da un’idea, quella di papà Rosario che, come un prezioso testimone, passa nelle mani dei suoi sette figli con l’ausilio delle nuove generazioni.
L’azienda Telaro nasce nel 1987 sotto il nome di “Lavoro e Salute Vini Telaro”, a voler sottintendere l’attenzione per l’ambiente, di riflesso per i consumatori e i lavoratori della terra. Essa si estende per circa 100 ettari nel territorio di Galluccio, Conca della Campania e Rocca D’Evandro, alle pendici del vulcano di Roccamonfina, rientrante in parte nel Parco regionale di Roccamonfina e Foce del Garigliano, territorio anticamente chiamato “ Terra di Lavoro ”.
Responsabile dell’azienda è il maggiore dei fratelli, Luigi, agrotecnico, che promuove fortemente un’agricoltura sostenibile, la ricerca e lo sviluppo degli antichi vitigni, mettendo sempre in risalto il territorio di provenienza.
Ma il magnifico paesaggio naturale è solo una parte dell’azienda, in quanto fa da anfiteatro alle “Cantine Telaro” e all’agriturismo “La Starza”.
Le Cantine Telaro si sviluppano su una superficie coperta di circa 2.000 mq attrezzata di un’area per lo scarico e prima lavorazione delle uve vendemmiate, di sale per lo stoccaggio, lavorazione e imbottigliamento dei vini , fornite di apparecchiature innovative, un’area per l’appassimento delle uve e al piano interrato la bottaia, per l’invecchiamento e l’affinamento del vino.
Adiacente alle cantine vi è la distilleria per la produzione della grappa. L’unione di tutto questo, la passione e l’esperienza dell’enologo di famiglia Pasquale, ha permesso di sviluppare prodotti di alta qualità, posizionando il marchio Telaro ai vertici tra i produttori di vini e distillati in Campania. La produzione media annuale è di 600.000 bottiglie di vino e 5.000 di grappa.
Il vino viene commercializzato non solo sul territorio nazionale, ma anche all’estero, in particolare in Canada, Stati Uniti, Giappone, Francia, Germania, Austria, Svizzera, Belgio, Lussemburgo e Gran Bretagna, sotto la responsabilità e competenza di Arduino, Roberto, Massimo e Domenico Telaro.
La crescente richiesta ha fatto sì che un altro grande progetto si concretizzasse, ovvero l’apertura delle “Enoteche Telaro” nelle quali e possibile trovare non solo vini a marchio aziendale ma più di 2.000 etichette di vini nazionali ed internazionali tra i più rinomati, selezionati per i clienti per l’ottimo rapporto qualità/prezzo. La prima Enoteca Telaro nasce a Cassino, premiata nel 2009 da Slow Food come migliore enoteca del Lazio, seguono quelle di San Vittore del Lazio, Caianello e Frosinone.
L’azienda, estesa per circa 100 ettari, non è un’estensione unica ma divisa in più poderi dalle varie dimensioni, da un minimo di 4000 mq fino ad un massimo di 150.000 mq. Citandone alcuni il più grande è in agro di Galluccio in località “Ripa Bianca” (così denominata per il colore chiaro dei terreni pozzolanici); “Figurète” e “Sallanesi”, dai terreni di medio impasto, che si inoltrano nel comune di Rocca d’Evandro; “Ghiandelari” e “Aremunni”, dai terreni di medio impasto tendenti all’argilloso, due altopiani gallucciani molto estesi che sovrastano la valle della mitica città romana di “Santa Reparata” e l’antica via romana “Pisatara” che degradano verso il Garigliano e il vicino Lazio; la “Starza”, alle pendici del monte Camino, spartiacque tra la roccia calcarea del monte e la roccia basaltica del vulcano, che con i suoi vigneti contorna l’omonimo complesso agrituristico e le Cantine Telaro.
Le cultivar rosse allevate: l’Aglianico, l’Aleatico, il Pallagrello rosso, il Piedirosso (o pere e palummo), il Casavecchia e l’antico Primitivo (il Bariletta) nell’agro di Rocca d’Evandro, alle pendici del monte Camino, risalente all’epoca romana; le cultivar bianche: la Falanghina, il Greco, il Fiano e il Pallagrello bianco. La coltivazione, a basso impatto ambientale, rientra nelle direttive della Comunità Europea per un’agricoltura più sostenibile, cosiddetta “Integrata”. La meccanizzazione delle operazioni colturali è di tipo medio, riservata soprattutto alle operazioni più pesanti, molto è gestito con manualità. La vendemmia è realizzata a mano con l’ausilio di recipienti larghi ma bassi, con capacità di un solo strato di grappoli, questo per evitare la rottura degli acini per schiacciamento così da poter consegnare l’uva integra in cantina, al riparo da ossidazioni ambientali.